Ammettiamolo: quando sei lì, con il casco allacciato e il motore che ronza tra le gambe, la sensazione è unica. Ma se hai appena preso la tua prima moto, o magari guidi da un po’ ma senti che manca qualcosa nel tuo feeling con l’asfalto, questo articolo è la tua bussola. Non c’è niente di peggio che sentirsi a disagio o, peggio, insicuri in sella, specialmente quando si avvicina quella curva che ti mette un po’ di strizza.
Oggi non parleremo solo di come stare sulla moto, ma di come diventare un tutt’uno con lei. Vedremo insieme, punto per punto, dalla punta dei piedi fino allo sguardo, come posizionare ogni singola parte del tuo corpo affinché la tua moto non sia più un oggetto da governare, ma un’estensione naturale della tua volontà, rendendo la guida più semplice e, soprattutto, molto più sicura.
Prima di iniziare, te lo dico subito e in modo schietto: io non sono un istruttore professionista con decenni di esperienza sui campi gara, ma tutto quello che sto per raccontarti è il distillato puro di ore e ore di corsi in moto che ho fatto personalmente, investendo su me stesso per migliorare. Quello che ti voglio trasmettere è il modo che ho trovato essere il migliore per affrontare la strada con il massimo del divertimento e il massimo della sicurezza possibile. E se ti piace l’idea di viaggiare, divertirti in sicurezza e vivere la moto a 360 gradi, non dimenticare di darmi un feedback, iscrivendoti al canale e supportando il progetto.
Iniziamo subito con quello che è, a mio avviso e a parere di tutti i professionisti, l’elemento più cruciale e spesso sottovalutato della guida.
Lo Sguardo: Il Pilota Automatico del Tuo Corpo in Curva
Sai, ho sentito questa cosa ripetuta un milione di volte: “la moto va dove guardi”. E ogni volta pensi: “Vabbè, ma io già guardo la curva, mica vado con gli occhi chiusi!”. Eppure, fidati, la maggior parte delle persone che vedo in strada non lo fa nel modo giusto, o per lo meno, non lo fa al 100%.
Il problema, vedi, non è tanto l’atto di guardare, quanto il concetto di orientare la testa. Molti di noi, per abitudine, tendono a girare solo gli occhi, magari una minima porzione della testa, mantenendo in realtà il busto e le spalle abbastanza dritti. Questo è un errore che ti lega alla moto e, nel migliore dei casi, ti fa faticare, nel peggiore, ti mette in crisi.
Il Segreto del Naso come Mirino
Per semplificare il concetto, e renderlo pratico fin da subito, ti do un trucco che uso sempre e che ho imparato: non pensare allo sguardo, ma pensa al naso. Il tuo naso deve diventare il tuo mirino, la tua bussola laser puntata esattamente dove vuoi che la moto vada. E, credimi, se hai un naso un po’ pronunciato, sei avvantaggiato, ma sto scherzando ovviamente!.
La chiave è questa: quando devi affrontare una curva, che sia a destra o a sinistra, devi completamente ruotare la testa in direzione dell’uscita della curva. E dico completamente. Non è un leggero spostamento, è una rotazione che porta il tuo naso e di conseguenza il tuo sguardo, ad essere rivolti verso il punto di corda e l’uscita, superando il cupolino o la strumentazione, come se volessi vedere cosa c’è dopo la curva.
L’Effetto Domino sul Corpo
Quando forzi questa rotazione della testa, succede una magia involontaria: il tuo corpo la segue. Le spalle, di riflesso, iniziano a ruotare. Questo movimento non forzato, ma indotto dalla testa, è il segnale che involontariamente trasmetti alla moto. Il solo gesto di girare la testa nella direzione di uscita ti aiuta a impostare la traiettoria, a far sì che la moto segua esattamente dove vuoi andare, come se fossi un cannone che mira il bersaglio.
Questo è il primo mattone, ragazzi. Vi assicuro che la differenza è abissale. Provare per credere: una curva che ti sembrava ostica, semplicemente ruotando di più la testa, la farai con una tranquillità incredibile. Certo, non è l’unico elemento, ma è il punto di partenza fondamentale, che poi uniremo a tutti gli altri elementi del corpo che stiamo per vedere.
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La Posizione in Sella: Una Fondazione di Equilibrio e Stabilità
Adesso mettiamo in pratica, salendo idealmente in sella. Ho la moto sul cavalletto, così possiamo analizzare insieme ogni punto, partendo dal basso, dai piedi, e salendo fino al busto.
Prima di tutto, una premessa sulla filosofia di guida: in questo articolo, sto parlando di una guida attiva su strada, dove si accompagna la moto all’interno della curva con tutto il busto, spostando il peso. Non mi piacciono altre filosofie che, magari, hanno senso in discipline specifiche come il Motard (che è un’altra cosa), e men che meno quella di rimanere fissi e rigidi sulla sella. Rimanere bloccati sulla moto lo trovo poco sicuro, soprattutto perché non ti permette di sfruttare il tuo corpo per aiutare la moto a chiudere la curva.
I Piedi: Sentire l’Asfalto e Trovare l’Equilibrio
Iniziamo dal contatto più basso che hai con la moto: i piedi.
La Regola d’Oro: i piedi vanno posizionati sulle punte. Non devi tenere la pianta del piede appoggiata, e nemmeno la parte centrale. Metti le punte (o comunque la parte anteriore) sulla pedana. Attenzione: non troppo fuori, non troppo dentro; trova la posizione a metà, dove riesci a gestire la pressione e l’equilibrio.
Perché questa posizione è vitale?
- Equilibrio Naturale: Quando sei sulle punte, sei naturalmente in equilibrio. Se provi a stare con il piede tutto in avanti, la caviglia è forzata e devi mantenere un equilibrio innaturale, che ti stanca. Stando sulle punte, sfrutti polpacci e gambe per un equilibrio che è, diciamo, assistito dalla natura stessa del tuo corpo.
- Ammortizzazione: Ti permette di sollevarti leggermente e ammortizzare le asperità, specialmente in un tratto di strada non perfetto.
- Connessione con il Grip: Le nostre uniche ancore sull’asfalto sono i pneumatici, e la sensazione che le gomme ci trasmettono passa attraverso il telaio, le sospensioni, e arriva a noi tramite i piedi e il sedere. Avere i piedi sulle punte significa sentire in modo più diretto cosa sta succedendo sotto di te: percepisci le asperità, le piccole perdite di aderenza, tutto.
- Aumento del Grip in Curva: Questo è un punto cruciale. Quando sei in piega, puoi fare pressione sulla pedana interna alla curva per aumentare il carico e il grip della ruota. Se hai la punta del piede bene in posizione, riesci a esercitare questa pressione con maggiore forza e sensibilità, guidando la moto non solo con le mani, ma anche con i piedi e le gambe.
Le Gambe: I Tuoi Ammortizzatori e Freni Naturali
Saliamo un po’. Le gambe, ragazzi, sono la seconda cosa fondamentale dopo lo sguardo. Devono fasciare, devono abbracciare il serbatoio.
Ammortizzazione e Stabilità:
Le gambe, ben strette al serbatoio, non solo ti danno un maggiore senso di equilibrio e stabilità quando sei in fase di movimento o in curva , ma agiscono come i tuoi ammortizzatori personali. Invece di far lavorare solo la colonna vertebrale (il che, a lungo andare, non è il massimo), le gambe assorbono una parte significativa delle vibrazioni e degli scossoni.
Il Ruolo Vitale in Frenata (STOP! Non spingerti in avanti)
Questo è un punto dove la sicurezza si gioca il tutto per tutto: la frenata. Immagina di viaggiare a 100, 150, 200 all’ora (o anche solo 60 km/h, ma il principio non cambia). Quando pinzi i freni, sia l’anteriore che il posteriore , il tuo corpo, che sta viaggiando a quella velocità, vorrebbe continuare per inerzia. Se non c’è nulla a frenarti, ti ritrovi a spingere tutto il tuo peso sulle braccia tese (e vedremo perché è un errore) e sui tuoi “gioielli di famiglia” contro il serbatoio. Un disastro.
Sono le gambe strette che ti salvano! Fasciando il serbatoio, crei una resistenza, un punto d’ancoraggio che frena la proiezione in avanti del tuo busto, permettendoti di rimanere stabile.
Grip e Spostamento in Curva (Pif-Paf)
Le gambe servono anche in curva. Quando ti sposti sulla sella per impostare una curva (ne parleremo tra poco, nel dettaglio), devi “agganciarti” alla moto.
Ad esempio, se stai affrontando una curva a destra e ti sposti a destra, devi stringere e attaccarti al serbatoio con la gamba opposta, in questo caso la sinistra, per mantenere l’equilibrio e il controllo, evitando di scivolare via dalla sella. Questa azione di “grippaggio” con l’esterno della coscia ti dà la leva per muovere il busto in sicurezza. Quando devi fare cambi di direzione rapidi (i famosi Pif-Paf), sono le gambe, serrate come una morsa, che ti permettono di gestire l’inerzia e la rapidità del movimento. Non devi stare in tensione per tutto il giro, ovviamente, altrimenti ti ritrovi Mister Muscolo dopo un’ora, ma serrarle quando devi affrontare una curva impegnativa o un cambio di direzione.
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Dove ti siedi esattamente? Non devi stare appiccicato al serbatoio con i tuoi “gioielli di famiglia”. E nemmeno troppo arretrato, come se fossi seduto su una custom. In generale, una posizione centrale o leggermente arretrata rispetto al centro della sella è l’ideale per le moto sportive o naked, perché ti permette di fasciare bene il serbatoio.
Il vantaggio di stare leggermente arretrato è che, in combinazione con la fasciatura delle gambe, puoi buttarti in avanti, spostando il tuo peso sul manubrio. Questo non significa appoggiarti o sforzare, ma semplicemente caricare l’avantreno. Più l’avantreno ha carico, più la ruota anteriore lavora bene, più senti la moto in inserimento e in percorrenza. È una questione di fisica: stai dando più autorità alla ruota che governa la direzione.
Busto, Braccia e Mani: L’Arte della Morbidezza
Arriviamo al busto e alle braccia, la parte che spesso, se mal gestita, trasmette alla moto movimenti indesiderati e pericolosi.
Le Braccia: Morbide, Rilassate, Mai Tese
Se c’è un mantra da ripetere in moto, è: braccia morbide. Le spalle devono essere rilassate, i gomiti non rigidi.
Vedo una quantità enorme di motociclisti che guidano con le braccia completamente tese, quasi bloccate. È un errore fatale. Pensa che ogni piccolo movimento che fai con le braccia tese si trasmette immediatamente alla forcella anteriore, influenzando la stabilità.
A velocità sostenuta, un piccolo errore, un sassolino, un colpo di tosse, perfino uno starnuto , può causare un movimento indesiderato del manubrio e, di conseguenza, un’oscillazione o un cambio di traiettoria improvviso. Se sei teso e tocchi il manubrio a destra, la moto tenderà subito ad andare a destra, senza che tu lo voglia.
Le braccia, al contrario, devono essere un prolungamento della forcella anteriore, che lavora con morbidezza e ti permette di percepire cosa ti sta comunicando l’avantreno, senza viziare il movimento. Per capire se sei morbido, c’è un test da fare anche da fermo: prova a muovere i gomiti, come se avessero l'”olio di pollo”. Devono essere liberi di muoversi.
In frenata, anche in questo caso le braccia non vanno tese. Al contrario, vanno leggermente flesse e all’indietro per ammortizzare e lasciare che lavorino come molle, senza scaricare tutta la forza del tuo corpo sul manubrio. La forza frenante la devono gestire le gambe strette al serbatoio, non le braccia rigide!
Le Mani: La Presa Obliqua e le Due Dita
Anche la posizione delle mani è cruciale, specialmente quando devi spostare il corpo in curva.
Presa Obliqua: le mani non devono essere dritte, ma posizionate leggermente verso l’esterno, in modo obliquo. Questo ti faciliterà enormemente quando dovrai “uscire” con il corpo in curva, come vedremo. Se le tieni troppo dritte e vicine ai blocchetti, costringerai il polso in una posizione innaturale quando sposti il busto, rendendo lo sforzo per uscire e sostenerti molto più grande. La posizione obliqua, invece, ti aiuta a sostenerti e a guidare in modo naturale quando sei in piega.
Due Dita Sempre Pronti: Un’abitudine da motociclista attento è tenere sempre due dita sul freno anteriore e due dita sulla leva della frizione (se non hai il cambio elettronico). Questa posizione ti rende più reattivo e ti permette di intervenire in un tempo praticamente nullo (tempo zero) in caso di emergenza o necessità. È un margine di sicurezza che non costa nulla, ma che può fare la differenza tra una caduta e un brivido.
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La Tecnica in Curva: Mettere Tutto Insieme e Buttarsi
Adesso, il momento clou. Mettiamo insieme tutti i pezzi del puzzle e prepariamoci ad affrontare la curva perfetta.
Prendiamo l’esempio di una curva a destra, così è più facile vederlo in movimento (e tu a immaginarlo).
L’Approccio e la Frenata (Brevemente)
L’azione inizia ben prima dell’inserimento. Come abbiamo visto, l’uso delle gambe strette ti permette di gestire la frenata in sicurezza. Per quanto riguarda la tecnica, un approccio corretto per strada è frenare prima con il posteriore (anche solo una pinzata leggera per stabilizzare), e poi con l’anteriore. Ma, come dicevo nel video, questa è una parte complessa (il trail braking e l’utilizzo del freno posteriore) che merita un approfondimento a parte. Per ora, concentriamoci sulla posizione.
Il Movimento del Busto: Uscire e Baciare lo Specchietto
Mentre molli i freni ed entri in curva, devi attivare tutti i punti che abbiamo visto:
- Lo Sguardo Guida: Per prima cosa, ruota la testa e il naso verso l’uscita della curva.
- Il Busto Segue: Il busto deve seguire lo sguardo, non solo gli occhi. Ti devi muovere sulla sella, scivolando lateralmente verso l’interno della curva.
L’obiettivo finale è che la spalla interna alla curva (nel nostro caso a destra, la spalla destra) si trovi più avanti e più bassa rispetto alla spalla esterna. Devi letteralmente uscire con il corpo dalla sagoma della moto. L’immagine mentale che devi avere è quella di un pilota che cerca quasi di baciare lo specchietto retrovisore interno alla curva.
- Piegare di meno la Moto: Qual è il vantaggio di questo movimento? È pazzesco! Se tu sposti il tuo baricentro (il busto) all’interno della curva, stai di fatto aiutando la moto a piegare. In questo modo, per fare la stessa curva alla stessa velocità, la moto dovrà piegare di meno. E per strada, questo è oro colato. Avere un margine di piega maggiore ti dà sicurezza: se la curva chiude all’improvviso o c’è un imprevisto, hai ancora un po’ di margine per buttarla giù e stringere la traiettoria.
- Il Pif-Paf e lo Spostamento Laterale: Questo movimento attivo del busto è fondamentale anche nei cambi di direzione rapidi (Pif-Paf). Devi essere rapido nello spostare il peso da un lato all’altro, caricando l’avantreno e usando le gambe per aggrapparti.
La Gamba Esterna: L’Ancora di Stabilizzazione
Quando sei in piena piega (curva a destra, per esempio), la tua gamba interna (la destra) si è leggermente allentata e segue il movimento. La gamba esterna (la sinistra) è invece la tua ancora di salvezza. È lei che devi usare per stringere il serbatoio, aggrappandoti con forza per stabilizzare il corpo e mantenere il controllo. Questa pressione ti dà il punto d’appoggio per far lavorare il busto e la schiena.
L’Errore da Non Fare: Spostare Solo il Sedere
Un errore che si vede tantissimo in giro (e che fa molto fai su internet, ma serve a poco) è quello di spostare solo il sedere, lasciando il busto e la testa al centro. Qualcuno lo chiama “mettere il **** fuori”. Per strada, questo ti porta a piegare di più la moto e a sprecare energie, offrendoti un vantaggio minimo o nullo rispetto a un movimento completo di busto e testa.
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Abbiamo ripassato i punti chiave:
- Sguardo/Naso: Ruota la testa per far girare la moto.
- Piedi: Sulle punte, per equilibrio e sensibilità.
- Gambe: Serrate al serbatoio per frenare il corpo e dare stabilità/grip in curva.
- Braccia: Morbide, come ammortizzatori, per non viziare l’avantreno.
- Corpo: Uscire con il busto per caricare l’avantreno e diminuire l’angolo di piega della moto.
La guida in moto è un’arte dinamica, un balletto tra te e la macchina. Migliorare la tua posizione e la tua tecnica non è solo una questione di performance, ma di sicurezza. Più sei connesso alla moto e più hai margini di manovra, meno rischi corri.
Il mio consiglio finale, basato sulla mia esperienza, è sempre lo stesso: fai un corso di guida in moto. Io ne ho fatti diversi, e non c’è video o articolo (neanche questo lunghissimo!) che possa sostituire il feedback diretto di un istruttore che ti corregge sul campo. Investi su te stesso e sulla tua sicurezza. Trova un corso vicino a te, ti aiuterà a migliorare la tua tecnica su strada in un ambiente controllato.
Spero che questa guida dettagliata ti sia stata utile e, soprattutto, spero di non vedere più in giro movimenti completamente sbagliati che mettono in pericolo te e gli altri.
Alla prossima, e guida con la testa (e il naso!).
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