Quante volte vi siete chiesti: “Ma come diavolo si porta un passeggero in moto senza fare disastri?” Oppure, “La mia passeggera si comporterà bene in moto?” Se queste domande vi assillano, siete nel posto giusto! Oggi, con l’aiuto della mia fidata “assistente” (che è una “grande zavorra”, come si definisce lei!), vi svelerò passo dopo passo tutti i segreti per portare un passeggero in moto senza stress e, soprattutto, godendovi il viaggio. Dimenticate il termine “zavorrina”, da oggi parleremo di “compagno di viaggio”, perché è così che deve sentirsi chi condivide con noi l’emozione delle due ruote!

L’esperienza di portare qualcuno con noi in moto non è solo una faccenda del pilota, ma un vero e proprio viaggio a due, dove anche il passeggero ha il suo ruolo e, credetemi, deve essere preparato. Non si tratta solo di aprire le pedaline e via! C’è molto di più.

Il “Briefing” Preliminare: Passeggero in moto howto

Prima ancora di accendere il motore, è fondamentale fare un piccolo “briefing” con il vostro passeggero, specialmente se non è abituato ad andare in moto. Immaginatevi: salire su una moto è già emozionante di per sé, ma farlo senza sapere cosa aspettarsi dal pilota può trasformarsi in un’esperienza poco piacevole o, peggio, insicura.

Questo “briefing” serve a spiegare al passeggero il vostro stile di guida. Sembra banale, ma fa un’enorme differenza. Ci sono piloti che usano molto il controsterzo, altri che si muovono più con il corpo per affrontare le curve. Il vostro passeggero deve sapere come “leggervi” e come adattarsi. Pensateci: se voi uscite molto con il corpo in curva, e il passeggero rimane rigido come un palo, la dinamica della moto ne risente e il comfort, beh, quello va a farsi benedire.

Prendete il mio esempio: io ho spiegato alla mia assistente che il mio stile di guida prevede l’uscita del corpo in curva. Le ho chiesto di seguire i miei movimenti, di diventare un tutt’uno con me e con la moto. Questo allineamento è cruciale per la stabilità e la sicurezza, specialmente quando si affrontano percorsi più impegnativi. Non è una lezione di fisica, ma una questione di sensibilità e coordinazione.

Salire a Bordo: Due Metodi per Ogni Esigenza

Arriviamo al momento clou: la salita del passeggero a bordo. Anche qui, esistono due modalità principali, e la scelta dipende molto dalla situazione e dalla comodità del passeggero.

Il primo metodo è quello più comune: il pilota sale per primo sulla moto, la raddrizza e la tiene in equilibrio. È fondamentale mantenere il cavalletto laterale giù in questa fase, come una sorta di “rete di sicurezza”. Questo perché, se il passeggero dovesse sbilanciare la moto durante la salita (e può succedere, specialmente le prime volte!), il cavalletto eviterebbe una rovinosa caduta. In questa modalità, sia il pilota che il passeggero tenderanno a posizionarsi leggermente sul lato sinistro della moto, facilitando l’operazione. È un approccio che dà sicurezza a entrambi, soprattutto al passeggero che si sente più stabile mentre sale.

Il secondo metodo è pensato per chi ha difficoltà a salire su selle particolarmente alte, o semplicemente per una questione di praticità: far salire prima il passeggero. Immaginate la scena: il passeggero sale sulla moto con la sua agilità, si posiziona sul sedile posteriore e poi spetta a voi, piloti, compiere il vostro “gesto atletico” per salire a vostra volta. Questo sistema può essere vantaggioso in alcune situazioni, ma richiede un po’ più di coordinazione e fiducia reciproca. Personalmente, lo trovo utile quando il passeggero si sente più a suo agio a salire in autonomia e poi scivolare indietro.

La Discesa: Come Scendere dalla Moto in Sicurezza

Così come per la salita, anche per la discesa ci sono due alternative, sempre all’insegna della sicurezza e del comfort.

La prima opzione prevede che il pilota mantenga la moto il più dritta possibile, sollevandola dal cavalletto (centrale o laterale). A quel punto, una volta che il pilota ha entrambi i piedi ben piantati a terra, il passeggero viene avvisato che può scendere. È qui che entrano in gioco le “convenzioni” o i “segnali” che avete stabilito durante il briefing. Un tocco sulla spalla, un cenno con il capo (se il casco lo permette), un sistema semplice ma efficace, soprattutto se non si dispone di un interfono. Il passeggero scenderà esattamente come è salito nel “metodo uno”.

La seconda alternativa, utile per passeggeri che potrebbero avere qualche difficoltà, è l’inverso del secondo metodo di salita. In questo caso, il pilota adagia la moto sul cavalletto laterale, scende con un agile “salto” e poi consente al passeggero di scendere con tutta calma e sicurezza. È un gesto di attenzione che fa sentire il passeggero supportato e al sicuro, eliminando ogni potenziale imbarazzo o difficoltà.

In Curva con il Passeggero: Un Ballo a Due Ruote

Ora, passiamo al vero “cuore” del viaggio in moto con un passeggero: la guida in curva. Come accennato, il briefing preliminare è fondamentale. Se avete già spiegato il vostro stile di guida, il passeggero saprà come reagire.

Quando affrontate una curva (sia a sinistra che a destra, la logica è la stessa), il pilota si inclinerà leggermente. A questo punto, le alternative per il passeggero sono due:

  1. Il passeggero rimane fermo: In questo scenario, solo il pilota si muove e “esce” con il corpo per affrontare la curva. Il passeggero si limiterà a rimanere in asse con la moto. Questo può essere un buon punto di partenza per chi è alle prime armi, in quanto richiede meno coordinazione da parte del passeggero.
  2. Pilota e passeggero diventano un tutt’uno: Questa è la soluzione ideale, quella che trasforma il viaggio in un vero e proprio “ballo” sulla moto. Entrambi, pilota e passeggero, usciranno dalla moto in sincronia. Attenzione però: se il passeggero si muove con voi, tenderete a uscire di meno dalla moto a parità di curva e velocità, perché il peso combinato influenzerà la dinamica. È un’esperienza più fluida e divertente, ma richiede una maggiore confidenza e coordinazione tra i due.

L’Assetto della Moto: Non Dimenticate il Monoammortizzatore!

Un aspetto cruciale, e spesso sottovalutato, quando si porta un passeggero, è la gestione dell’assetto della moto, in particolare del monoammortizzatore. Avere un peso extra sulla moto altera l’equilibrio e il comportamento in strada.

Molte moto offrono la possibilità di indurire il monoammortizzatore, spesso tramite una chiave specifica. Alcuni modelli, come il GT, sono ancora più pratici, permettendo la regolazione con un pomello, rendendo l’operazione rapida e senza attrezzi.

Perché è importante indurire il monoammortizzatore? Semplice: il peso del passeggero (che sia una “piuma” o qualcuno di più robusto, come dicevo, nel mio caso la mia assistente è una “grande zavorra”!) può far “sedere” troppo la moto, compromettendo la sua stabilità sia in entrata che in uscita di curva. Indurendo il monoammortizzatore, la moto manterrà un assetto più neutro e prevedibile, garantendo una guida più sicura e confortevole per entrambi. Non trascurate questo dettaglio, fa davvero la differenza!

Le Accelerazioni e Decelerazioni: Andateci Piano!

Un altro consiglio d’oro, soprattutto con un passeggero non abituato, è quello di gestire accelerazioni e decelerazioni in maniera graduale. Immaginate la sensazione di essere sbalzati avanti e indietro senza preavviso: non è affatto piacevole e può generare ansia o malessere.

Iniziate sempre in modo dolce, dando al passeggero il tempo di abituarsi alle forze in gioco. Anche qui, i segnali predefiniti possono essere un toccasana: un leggero tocco sulla gamba per avvisare che state per accelerare o frenare può fare miracoli. È una forma di comunicazione non verbale che crea fiducia e rende il viaggio più sereno.

La Posizione del Passeggero Durante la Marcia: Dove Mettere le Mani?

La posizione del passeggero durante la marcia è un altro elemento da considerare, e dipende molto dal tipo di moto che possedete.

  • Supersportiva: Su una supersportiva, il passeggero tenderà a mantenersi più vicino al serbatoio. Questo permette di scaricare il peso in avanti e non gravare eccessivamente sulle braccia del pilota, che sulle supersportive sono già messe a dura prova.
  • Moto più turistiche o naked: Su moto come quella del video, le opportunità sono diverse. Il passeggero può tenersi alle maniglie posteriori, che sono spesso comodissime e offrono un ottimo appiglio. In alternativa, può appoggiare una mano sul fianco del pilota. Questa seconda opzione è utile anche in fase di frenata, per evitare di “scivolare” in avanti e spingere il pilota contro il manubrio. Non tutte le moto permettono al passeggero di raggiungere il serbatoio, quindi le maniglie o il fianco del pilota diventano le migliori alternative.

Pause Frequenti: L’Alleato del Comfort

Infine, un consiglio che può sembrare ovvio, ma che è spesso trascurato: fate delle pause più frequenti. Un passeggero, soprattutto se non abituato, potrebbe non essere in grado di sostenere lunghi tratti in moto senza stancarsi o sentire fastidio. Adeguate il vostro stile di guida e il vostro ritmo a quello del passeggero.

Iniziate con calma, fate soste più ravvicinate, e man mano che il vostro compagno di viaggio acquista confidenza, potrete aumentare il range di percorrenza e la velocità di crociera. Ricordate, l’obiettivo è che l’esperienza sia piacevole per entrambi, non solo per voi!

In Conclusione: Vivere la Moto Insieme!

Portare un passeggero in moto è un’esperienza unica, un modo per condividere la passione delle due ruote e scoprire il mondo insieme. Richiede un po’ di preparazione, comunicazione e attenzione, ma il risultato è un legame speciale che si crea sulla strada.

Quindi, la prossima volta che salirete in moto con un passeggero, ricordatevi questi consigli. Dimenticate la “zavorrina” e accogliete un vero e proprio “compagno di viaggio”, pronto a condividere con voi ogni curva, ogni accelerazione e ogni emozione.

Da parte mia e della mia “grande zavorra” (che ora chiamiamo “compagna di avventura”), è tutto! Spero che questi consigli vi siano utili per le vostre prossime uscite.

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Voonexio

Appassionato di moto, di viaggi e di video editing, ho deciso quindi di iniziare ad unire insieme queste miei passioni e registrare i miei giri in moto, iniziando a pubblicare su YouTube come motovlogger.

Ho conseguito la patente A3 in tarda età e prima della patente non avevo mai guidato neanche uno scooter, ma la passione è passione e quindi...

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